Su, venite a consiglio,
O pensieri.
Com’esser mai può
ch’io serva a Semira,
che scopo è dellira
di chi m’infiammò?
No, no, no, no!
E meglio soffrire,
penare, morire,
che mai rimirare
oggetti sì fieri.
Eh! lasciate i consigli,
o pensieri, o pensieri.
No, no, no, tornate a consiglio,
o pensieri.
Chi il seno m’aprì
con dolce ferita,
vedrà che è schernita
sua fede così,
Sì, sì, sì.
Il cielo permetta
men grave vendetta!
Destin più soave
è forza ch’io speri.