Vedi! la bianca luna
Splende sui colli;
La notturna brezza
Scorre leggera ad increspare il vago
Grembo del queto lago.
Perché, perché sol io
Nell'ora più tranquilla e più soave
Muto e pensoso mi starò? Qui tutto
È gioia; il ciel, la terra
Di natura sorridono all'incanto.
L'esule solo è condannato al pianto.
Ed io pure fra l'aure native
Palpitava d'ignoto piacer.
Oh, del tempo felice ancor vive
La memoria nel caldo pensier.
Corsi lande, deserti, foreste,
Vidi luoghi olezzanti di fior;
M'aggirai fra le danze e le feste,
Ma compagno ebbi sempre il dolor.
Or che mi resta?... togliere alla vita
Quella forza che misero mi fa.
Deh, vieni, vieni, o morte, a chi t'invita
E l'alma ai primi gaudi tornerà.
Oh, che allor le patrie sponde
Non saranno a me vietate;
Fra quell'aure, su quell'onde
Nudo spirto volerò;
Bacerò le guance amate
Della cara genitrice
Ed il pianto all'infelice
Non veduto tergerò.